L’industria siderurgica protagonista dell’economia circolare.
Tra i vari materiali suscettibili di reimpiego, i rottami ferrosi – recuperati da macchinari, veicoli, costruzioni e imballaggi – occupano un ruolo di primo piano nella circolarità del modello produttivo, dal momento che dalla loro fusione si ricava nuovo acciaio.
L’industria siderurgica negli ultimi anni si è inserita a pieno titolo tra le forze motrici dell’economiacircolare. In precedenza, gli scarti delle acciaierie venivano classificati come rifiuti speciali da convogliare in apposite discariche. Ciò gravava enormemente sia sulle spese delle industrie sia sull’inquinamento ambientale.
Al giorno d’oggi, le acciaierie si sono adeguate ai criteri dell’evoluzione verde, puntando a raggiungere lo zero waste, ossia ad azzerare i rifiuti destinati alle discariche. A tal fine, non solo si riciclano i rottami, ma le stesse scorie derivate dai processi di produzione sono state riadattate all’ottica circolare. Queste vengono opportunamente trattate seguendo specifici accorgimenti che ne garantiscano il recupero, eliminando le sostanze inquinanti e preservando la stabilità delle proprietà fisiche e chimiche.
I benefici connessi al reinserimento dell’acciaio nel ciclo di lavorazione fanno sì che questo sia il materiale più riciclato al mondo.
I vantaggi del riciclaggio dell’acciaio.
- L’acciaio è riciclabile al 100%;
- Non presenta degrado delle proprietà meccaniche in seguito ai processi di lavorazione;
- È riciclabile mediante un forno ad arco elettrico che riduce la produzione di rumori e polveri e il consumo di acqua e di energia, emettendo in tal modo quantità limitate di CO2 nel rispetto dell’equilibrio ambientale;
- Offre una materia prima rigenerativa, quindi illimitata, permettendo così di risparmiare sulle risorse naturali.
Diamo i numeri!
Per avere un’idea più precisa del cospicuo impatto che assume l’adozione dell’economia circolare nel settore siderurgico, osserviamo alcune stime.
Secondo le analisi dell’Ufficio Studi di Siderweb, la produzione di acciaio riciclato dai rottami:
- Emette anidride carbonica dalle 7 alle 20 volte in meno per chilogrammo, a differenza di altri materiali;
- Richiede il 74% di energia, il 90% di nuove materie prime e il 40% di acqua in meno rispetto alla produzione a ciclo integrale;
- Per ciascuna tonnellata di acciaio riciclato, permette il risparmio di 1,1 tonnellate di minerale di ferro, 630 chili di carbone, 52 chilowattora di energia elettrica, 1,8 barili di petrolio e 2,3 metri cubi di spazio nelle opportune sedi di smaltimento.
I dati Confindustria rivelano che:
- Nell’odierna produzione mondiale si riciclano all’incirca 14 tonnellate di acciaio al secondo;
- Il 40% della fabbricazione siderurgica UE proviene dal riutilizzo di rottami ferrosi.
In un articolo del Sole 24 Ore si legge che:
- «I forni elettrici delle acciaierie italiane “ingoiano” ogni anno circa 20 milioni di tonnellate di rottame».
L’Italia medaglia d’oro nell’economia circolare.
A stabilirlo sono stati i risultati di un rapporto sull’economia circolare redatto nel 2021 dal CEN (Circulary economy network) di concerto con l’ENEA (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). In particolare, l’Italia si collocherebbe tra i primi posti della classifica europea, soprattutto nell’ambito del settore siderurgico, nel quale è addirittura la prima produttrice di acciaio a forno elettrico. Numerose sono le acciaierie nazionali che applicano in ciascuna tappa della filiera produttiva i criteri di qualità ambientale dettati dal modello.
L’economia circolare continua ad imporsi come un paradigma essenziale da seguire per quanto concerne ogni campo della produzione industriale. Essa permette infatti, al tempo stesso, di abbattere i costi e dare luogo ad un processo di fabbricazione più green, imprescindibile per garantire un attivo coinvolgimento del secondario nella lotta al cambiamento climatico.
Fonte principale: Eulerhermes